lunedì 14 marzo 2011

Additivi Alimentari

La definizione di additivo alimentare secondo la legge italiana
"Sono considerati additivi chimici quelle sostanze, prive di potere nutritivo o impiegate a scopo non nutritivo, che si aggiungono in qualsiasi fase di lavorazione alla massa o alla superficie degli alimenti per conservare nel tempo le caratteristiche chimiche, fisiche o fisico-chimiche, per evitare l'alterazione spontanea o per impartire ad essi, oppure per esaltarne favorevolmente, particolari caratteristiche di aspetto, di sapore, di odore o di consistenza".
Decreto Ministeriale del 31 marzo 1965 sulla "Disciplina degli additivi chimici consentiti nella preparazione e per la conservazione delle sostanze alimentari", articolo 3.

"Ai fini del presente decreto, con il termine «alimenti» si intendono le sostanze alimentari, i prodotti alimentari e le bevande, nonché i preparati da masticare e da succhiare come il «chewing-gum» ed analoghi".
Decreto Ministeriale del 4 agosto 1997, "Regolamento recante recepimento della direttiva 96/77/CE della Commissione del 2 dicembre 1996 riguardante i requisiti di purezza specifici degli additivi alimentari diversi dai coloranti e dagli edulcoranti".

"Per additivo alimentare si intende qualsiasi sostanza normalmente non consumata come alimento, in quanto tale, e non utilizzata come ingrediente tipico degli alimenti, indipendentemente dal fatto di avere un valore nutritivo, che aggiunta intenzionalmente ai prodotti alimentari per un fine tecnologico, nelle fasi di produzione, trasformazione, preparazione, trattamento, imballaggio, trasporto o immagazzinamento degli alimenti, si possa ragionevolmente presumere diventi, essa stessa o i suoi derivati, un componente di tali alimenti, direttamente o indirettamente".

"Le parole «additivi chimici» riportate nel titolo e nell'articolato del decreto ministeriale 31 marzo 1965, sono sostituite dalle parole «additivi alimentari»"


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venerdì 11 marzo 2011

La qualità della carne

La qualità della carne dipende, come per tutti gli alimenti, da una serie di fattori concatenati fra loro, il peso dell'uno rispetto all'altro determina le scelte del consumatore. In passato, infatti, chi comprava dava importanza solo ad alcuni di questi fattori nella scelta all'acquisto, come ad esempio il colore e l'odore della carne, che sono rimasti, pur sempre, ancora oggi, i maggiori indici di freschezza e qualità, che incidono prevalentemente sulle scelte dei consumatori.
Negli ultimi anni invece, altre qualità, come quella salutistica (carni magre, preferenze di carni bianche vs rosse, ecc), o quella a garanzia della provenienza (possibilità di leggere etichette informative o di acquistare carni con marchio) hanno avuto sempre più peso nelle scelte del consumatore. Certo il concetto di qualità ha comunque un diverso valore per ognuno di noi, per fare un esempio, c'è chi acquista solo carni con marchio perché lo ritiene indice di qualità e sicurezza.
Accanto alla qualità igienico/sanitaria, legale, organolettica, chimico-nutrizionale e di origine, si può parlare anche di una qualità commerciale, riferendosi ai diversi tagli, e/o di una qualità tecnologica, riguardo alla modalità di presentazione del prodotto (sottovuoto, panatura, ecc) e così via.


Cibo360.it
http://www.cibo360.it/cucina/scuola/cottura/cottura_carne_temperatura.htm

mercoledì 9 marzo 2011

La norma UNI 10854:1999 (Sistema di gestione per l'autocontrollo basato sul metodo HACCP)

L'HACCP è un sistema di autocontrollo igienico nei pubblici esercizi e nelle industrie alimentari.
Prevede che il responsabile dell'azienda alimentare debba garantire che la preparazione, la trasformazione, la fabbricazione, il confezionamento, il deposito, il trasporto, la distribuzione, la manipolazione, la vendita o la fornitura, compresa la somministrazione dei prodotti alimentari, siano effettuati in modo igienico.
La norma UNI 10854:1999 (alla cui stesura CSQA ha partecipato) è il documento normativo di riferimento in ambito nazionale per la realizzazione di un sistema di gestione per l'autocontrollo basato sul metodo HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Point).
Tale metodologia è oggi la più diffusa per valutare i rischi e i pericoli legati alla sicurezza igienica dei prodotti e dei processi e per stabilire adeguate misure di controllo.

Link

CSQA
http://www.csqa.it/certificazioni/index.php?f_id=40&f_l1=2

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Lo standard ISO/TS 22002-1 e la PAS 220

ISO TS 22002-1

Lo standard ISO/22002-1 è un nuovo documento nella famiglia delle norme ISO 22000, volto a prevenire e a controllare i pericoli relativi alla sicurezza degli alimenti. Ha integralmente recepito a livello internazionale lo standard inglese PAS 220, ed è dichiarato equivalente allo stesso.
La ISO/TS 22002-1 è destinata ad essere utilizzata in combinazione e a supporto della ISO 22000, norma che specifica i requisiti per un sistema di gestione della sicurezza alimentare in cui una organizzazione della filiera necessita di dimostrare la propria capacità di controllo dei pericoli sulla sicurezza alimentare in modo da assicurare che gli alimenti siano sicuri al momento del consumo umano.
Si tratta della prima di altre specifiche tecniche da elaborare che trattano i programmi di prerequisiti relativi allo specifico settore alimentare.


PAS 220

La PAS 220:2008 Publicly Available Specification è una Norma pubblicata dal BSI (British Standard Institution’s) nel 2008 su iniziativa della CIAA (Confederation of the Food and Drink Industry of the EU) ed elaborata con la collaborazione di alcune multinazionali tra le quali Danone, Kraft Foods, Nestlé e Unilever (G4).
La PAS 220 non è una Norma certificabile e va vista solo in abbinamento alla ISO 22000 quale integrazione specifica sulla gestione dei PRP in particolare nelle operazioni di produzione.


Link
 
CSQA




Lo Standard ISO 22000

ISO 22000 è lo standard fondamentale per i sistemi di gestione della sicurezza nel settore agroalimentare. Questa norma consente a tutte le aziende, coinvolte in modo diretto o indiretto nella filiera, di identificare con precisione i rischi cui sono esposte e di gestirli in modo efficace.
Prevenire il verificarsi di incidenti lungo tutta la filiera e poter valutare la conformità in campo normativo sono due aspetti essenziali per la tutela di ogni brand.
La norma ISO 22000 è applicabile a tutte le aziende che operano in modo diretto o indiretto lungo tutta la filiera agroalimentare, inclusi i produttori di packaging o detergenti, le imprese di pulizia, le società di disinfestazione o le lavanderie industriali. Questa norma consente alle imprese del settore di valutare e dimostrare la conformità della loro produzione alle norme di sicurezza agroalimentare nonché assicurare un controllo efficace dei vari fattori di rischio.

Lo standard garantisce la sicurezza agroalimentare "dal campo sino alla tavola" sulla base di elementi fondamentali riconosciuti a livello internazionale dagli operatori del settore.
La certificazione secondo la norma ISO 22000 fornisce efficaci strumenti per comunicare con tutti gli stakeholder e interagire con tutte le parti interessate. Si tratta di un elemento particolarmente importante per dimostrare l'impegno di un'azienda nei confronti della sicurezza alimentare nel pieno rispetto dei requisiti di Corporate Governance, Responsabilità Sociale d'Impresa e Bilancio di Sostenibilità.

Link utili

DNV.it http://www.dnv.it/industry/food_bev/services_solutions/sicurezza_alimentare/settore_primario/iso_22000.asp

Lo Standard FSSC 22000 - Schema di certificazione per la sicurezza agroalimentare

Nuovo Programma di Sicurezza Agroalimentare

Sicurezza alimentare significa consapevolezza della qualità igienico-sanitaria, nutrizionale e organolettica degli alimenti, e della qualità ambientale dei processi di produzione, trasformazione, preparazione e consumo dei cibi.
Dal punto di vista normativo e di controllo, l’Unione Europea ha adottato una strategia globale di intervento, per garantire cibi sani e sicuri lungo tutta la filiera, predisponendo un controllo integrato e abbandonando l’approccio settoriale e verticale.
Il nuovo standard FSSC 22000 si rivolge ai produttori agroalimentari, consentendo di attuare un Sistema Aziendale di Gestione della Sicurezza in grado di definire tutti i pericoli che “ragionevolmente” possono manifestarsi lungo la filiera e tenendo in considerazione i processi di lavoro.
Le imprese che hanno già conseguito la certificazione ISO 22000 dovranno soltanto effettuare una nuova verifica in base allo standard PAS 220 (di seguito ulteriori dettagli) per aderire al nuovo programma di sicurezza agroalimentare FSSC 22000.


Link utili

DNV.it:
http://www.dnv.it/industry/food_bev/services_solutions/sicurezza_alimentare/settore_primario/fssc_22000.asp